Le scuse per l’abbandono

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Stavo andando a scuola in auto quando su una rotonda di Viareggio ho visto un cane. L’ho notato perché traversava la strada senza quel criterio che di solito hanno i cani randagi; era evidentemente spaesato e le macchine rischiavano di schiacciarlo. E poi ho notato il suo sguardo. Non credevo che un cane potesse avere quello sguardo. I suoi occhi erano persi, esprimevano disperato smarrimento, come gli occhi di una persona. Non è  retorica, non sono un animalista, ho visto proprio questo nei suoi occhi.

Era stato abbandonato poco prima. E chi l’ha abbandonato sono sicuro, avrà avuto mille scuse: ‘Porta malattie e ora abbiamo il bambino’ oppure: ‘Dobbiamo andare in Sardegna in albergo non lo vogliono e non sappiamo a chi lasciarlo’, o magari: ‘Quando l’ho preso era così carino, non mi aspettavo che diventasse tanto grosso’.

Nel Piccolo Principe la volpe dice: “Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”. Non ci sono scuse, ragioni, argomenti capaci di resistere a questa verità, crollano tutte miseramente.

Naturalmente la frase della volpe vale anche per le persone.

Ho una gatta bellissima, nera nera, e il manto morbido come seta. È lei che ogni tanto mi abbandona, sapete come sono i gatti. Ma ogni volta ritorna, e io l’aspetto, perché lei mi ha addomesticato e sa che sarà responsabile di me per sempre.

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E senza aver letto il Piccolo Principe.

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5 commenti su “Le scuse per l’abbandono”

  1. Nemmeno io sono un animalista.
    Però sono un animale.
    …e qualche volta sono stato abbandonato.
    E’ facile finire nella retorica, con questo argomento e non voglio correre questo rischio. Dico solo che chi abbandona (che si tratti di cani, gatti… o esseri umani), in qualche modo uccide. Anche se il cane non finisce sotto un’auto, la sua paura e il suo sconforto sono una morte un po’ peggiore…

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  2. E’ proprio vero David che chi abbandona in qualche modo uccide, anche se il cane non finisce sotto un’auto.
    Otto anni fa ho adottato una canina abbandonata vicino a casa mia e ho visto anch’io lo stesso sguardo di cui parla Fabrizio. Lo rivedo ogni volta che Fly sente il particolare rumore di un motore o vede qualcuno con un bastone o qualcosa che, crediamo, le ricorda quei giorni da sola.
    Mia nonna aveva un modo tutto suo per sintetizzare che cosa dovrebbero essere per noi i nostri amici a quattro zampe: quando mio nonno tirava al volo al cane qualche pezzetto di pane dalla tavola lei diceva: “Basta, non è mica un cane!”^_^
    Grazie Fabrizio per aver posto l’accento su questo problema che purtroppo viene spesso trascurato.

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  3. Caro Van Alt,

    credo che se avessi fatto saltare su tua fiammante Alfa 156 (sigh..)il cane dagli occhi profondi e belli, avresti fatto meglio. Più fedeli, i cani, dei gatti. E l’addomesticamento di cui parla Saint Exupery è corrispondenza reciproca, affermata, voluta, amata tra i due protagonisti. Okkio, amico fab. Spero di conoscere presto la tua gatta. Ma torna a cercare quel cane, che così alto ti fa scrivere.
    Tuo Max

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  4. ho due gatti di undici e otto anni ,il primo è stato abbandonato alla fermata dell’autobus.Non mi sono mai pentita di averli presi,hanno riempito cambiato in meglio la mia vita,mi hanno resa più sensibile anche nei confronti del genere umano.Qualche volta ho dovuto rinunciare alle vacanze che avrei voluto fare,ma la mia vita senza loro sarebbe meno ricca. Chi abbandona gli animali,forse non si rende conto a quale dono rinuncia,perchè per me sono un grande dono.

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  5. Non ci sono parole per spiegare cosa si prova quando si incrocia quello sguardo… mi vengono sempe i brividi quando si tratta questo argomento. Io sono un’animalista e anche molto convinta, se poi si tratta di cani ancora peggio… bel post e bel pensiero!

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