Nelle ore libere a scuola

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Nelle ore libere a scuola, in aula tecnigrafi io e un computer del ’96 scriviamo romanzi e favole. I tecnigrafi mi guardano, qualcuno è più inclinato qualcun altro meno; quelli più inclinati sono più attenti degli altri. L’aula è enorme il computer ronza lentissimo come un diesel del ’60.

Piacerà ‘sta roba?

Qualcuno, a leggerla, penserà che sono la persona peggiore del mondo qualcuno penserà che sono una persona eccezionale, qualcuno addirittura penserà che sono tutte e due le cose contemporaneamente.

Ma non pensiate che parli di voi o perlomeno che ne parli apposta. Io parlo sempre di me e ogni personaggio, nel bene e nel male sono io. Per cui se vi riconoscete in qualche situazione o stato d’animo, sappiate che è solo perché quello che ho vissuto io l’avete vissuto anche voi e quello che provo io l’avete provato anche voi.

Per questo so che saranno un bel romanzo e una bella favola.

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6 commenti su “Nelle ore libere a scuola”

  1. Nelle ore di buco a scuola…
    per fortuna quelle, prima o poi, finiscono, Riempita magari di ‘ridicole’ lettere d’amore.
    Ma la poesia poesia musicale, che commenta il tuo riflettere, quella esprime un’ora di buco abissale, eterna e incolmabile, irriempibile, con nessuna lettera di amore…
    A quel punto fa più rumore lo scendere di una lacrima sul viso, che la risata corale per una lettera d’amore puro dell’adolescenza…

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  2. leggendo un pò il suo blog, ed in particolare questo intervento mi ha fatto venire in mente l’inizio di un libro, questo:

    “Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.”

    un suo ex allievo un pò invidioso del suo professore Scrittore.

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    • Caro ex-allievo (IP 151.23.165.252), se mi dici come ti chiami è meglio.
      Il piatto caldo e il tetto (in affitto purtroppo, ma sempre tetto) come sai ce li ho già. Anche i pezzi di carta col mio nome stampato (libri, lauree, diplomi ecc.) mi circondano.
      Per quanto riguarda il talento, se manca, per ora non se n’è accorto nessuno, perciò tu non dirlo troppo in giro mi raccomando.
      Quanto alla mia anima, anche se mi offrissero un bel po’ di soldi, non intendo venderla, stai tranquillo.
      Quanto al po’, si scrive con l’apostrofo, non con l’accento. Un caro saluto.
      Il prof

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    • Caro amico, ti assicuro che non avevo frainteso e ti ringrazio dell’elogio. Resta il fatto che sarebbe più corretto che ti firmassi.
      Buona serata

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  3. Un pò fuori tema. Non ci siamo visti ad Imperia: colpa mia! Motivo in più per tornare a frequentare questo blog che trascuro da un pò di tempo. Altieri (nonostante sia Pisano) piace e fa pure un buon effetto depressione (non quella mentale) ma quella fisica che nel suo caso è uno spazio vuoto che ti lascia dietro ogni sua considerazione per dire la tua e sentirti più buono, più in pace con il mondo e un pochettino toscano (che è una cosa che mi manca molto)
    Saluti professore.
    Antonello

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