L’8 dicembre di ventinove anni fa morì John Lennon.
Non ricordo cosa ho fatto ieri, e i nomi e i volti di chi incontro, tanto che ogni volta mi presento e l’altro mi guarda stupito e di solito dice: “Fabrizio, sono XY, ci siamo conosciuti l’anno scorso a…”
Ricordo perfettamente dov’ero e cosa facevo 29 anni fa. Ero a scuola, terzo anno di liceo classico e le cose andavano malino. Andavo male a filosofia, materia nuova che non mi piaceva. Quel matto aveva sparato a John Lennon la notte prima. Ero con la mia amica Teresa e ci dicemmo che eravamo tristi, affacciandoci alla finestra della nostra classe, anche se non ricordo le parole precise. Il tempo era come noi, grigio e piovoso.
Poi arrivò la professoressa e tutto ricominciò come sempre.
Pensai che ero grato a Lennon perché aveva cantato una cosa che nessuno ci aveva mai detto, professori, genitori, maestri di vario tipo: “We all shine on, like the Moon and the Stars and the Sun” Tutti splendiamo come la luna le stelle e il sole.
Pensai che era vero guardando i miei compagni di classe, allora brutti anatroccoli come me, e lo penso ancora guardando i miei ragazzi ora che sto dalla parte di là della cattedra.
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