L’importante è chi il sogno ce l’ha più grande

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Sono stato alla presentazione di un romanzo di un giovane scrittore, a Sansepolcro. In Italia quando si dice “giovane scrittore” si intende come minimo una persona di 35-40 anni, tranne casi rarissimi (e spesso letterariamente inutili).

No amici, questo scrittore è giovane davvero; si chiama Alessandro Lastra, ha diciott’anni ed è al suo secondo libro. Il primo l’ha pubblicato da solo e il ricavato è andato in beneficenza.

Questo secondo romanzo si intitola “Damnae: Storia di un giovane che divenne re” edizioni Sef ed è un romanzo fantasy per ragazzi per il quale l’autore ha tratto ispirazione da Tolkien e Lewis.

Alla presentazione ho fatto la guest star spiegando che ero lì io perché Tolkien e Lewis non erano potuti intervenire. Hanno un impegno che li terrà occupati per un bel po’.

Essendo l’unico narratore vivo presente, egocentrico come tutti gli artisti, sono riuscito a parlare di Alessandro parlando solo di me (mi riesce particolarmente bene).

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Ma una cosa è stata chiara dal mio confuso sproloquio: Alessandro Lastra ha ricevuto un dono e non deve disperderlo, sarebbe veramente peccato.

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5 commenti su “L’importante è chi il sogno ce l’ha più grande”

  1. Grazie Fabrizio
    mi fai un onore a dedicarmi un intervento nel tuo ormai famosissimo blog…. Per questa pubblicazione devo innanzitutto ringraziarti, è anche grazie a te se sono arrivato a questo stupendo traguardo…

    Ci vediamo presto,
    il tuo “collega” Alessandro

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  2. …i sogni???
    Sono tutti grandi! Ma è la loro realtà che muta e ci fa essere o grandi o microscopici esserini.
    Insieme a delle indiscutibili doti è il nostro coraggio, quello grande, che magicamente trasforma i sogni in sogno collettivo.

    PS: A proposito di sogni e di cose cmq poche serie. Questa notte ho sognato un piatto di purea di patate offerto ad un ospite assieme anche ad un piccolo scherzetto. Nel piatto nasconti c’erano un ragnetto ( quello oramai c’è sempre dopo il libro di Fabrizio) schiattato dalla mole dell’impasto e gonfiato per un pasto no proprio leggero, una lucertola immobile dalla paura e una ranocchia incuriosita.
    Per far muovere la rana abbiamo pensato io e quella peste di mio figlio di 9 anni( tale e quale la madre) di pungerle il didietro con una forchetta. la ranocchia è saltata dal piatto andando felicemente ad imbrattare di purea porte, pareti e mobili. Mi sono svegliata ridendo…
    Forse ho avuto una cena poco leggera o un’infanzia poco felice…

    Non volevo col mio intervento sminuire l’importanza di un grande diciottenne come Alessandro, ma solo chiarire perché a quaranta e più non ho ancora pubblicato nulla. Ora lo so!!! E’ a causa di una fantasia un po’ confusa.
    Tanti complimenti a tutti e due, soprattutto a questo giovane di cui avrei piacere di leggere le sue opere.
    Elena

    Rispondi
    • Svegliarsi da un sogno ridendo è una delle cose più belle della vita. Purtroppo mi accade così raramente, al massimo una o due volte l’anno, ma quelle due volte mi sento cosi felice. Ti auguro di svegliarti sempre così.
      Grazie del tuo intervento Elena.

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  3. Grazie a te Fabrizio che contribuisci a far ridere il mondo. Un mondo annoiato e stanco perfino di sorridere.
    Io sì, mi sveglio con l’anima che …sorride. Spesso. Mi basta poco, come hai visto. Anche un pensiero surreale. Elena

    PS: Ricordate tutti di spegnere le luci per un’ora… stasera. E’ l’ora da dedicare alla terra.

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