Il rubinetto perdeva da mesi, ma non mi importava, finché non ho visto la bolletta. Allora mi è importato.
L’idraulico è un uomo buono. Mi sorride, anzi sorride alla rondella mentre la fissa col dado cromato. Il dado non lo vedrà mai più nessuno là dentro lo scarico del lavabo, ma è cromato lo stesso. La rondella non terrà, o almeno non dovrebbe farlo. È rimediata come quel dado cromato che dovrebbe trattenerla.
“Ieri sera un mio amico festeggiava il compleanno. Mi ha invitato al doncarlos, la discoteca. C’erano donne, tante donne.” Stringe il dado con la tenaglia arancione, una volta, ora è grigia e ha esperienza.
“Me ne ha presentata una e mi ha detto questa se ti prende ti riduce male.”
Il dado avanza velocemente sulla filettatura. Non c’è resistenza. Lui non smette di sorriderle, penso sia per quello che il dado tiene.
“Ho parlato con quella donna, era simpatica mi ha detto che era divorziata e che le piaceva ballare quei balli sudamericani perché sono divertenti la fanno ridere e le sembra di volare.”
Il dado ora avanza più lento, lo sforzo aumenta la tenaglia va sicura come chi sa che vincerà di certo.
“Abbiamo fatto un ballo. Poi le ho detto che dovevo tornare a casa e lei ha fatto cenno di sì. Con il capo ha detto sì. Domani devo lavorare non sono abituato, se faccio tardi poi lavoro male. Lei ha fatto cenno di sì ha detto ochei e ci siamo salutati. Poi sono venuto via.”
Il dado si ferma, ha raggiunto la meta più di così non va, e neanche deve andare. Apre e chiude il rubinetto apre e chiude e aspetta. Apre e chiude un’ultima volta. Rimette la tenaglia grigia nella cassetta degli attrezzi e chiede se può sciacquarsi le mani. Ma certo.
Chiede venti euro per due ore di lavoro. Gliene do trenta, ma mi tocca insistere. E un bicchier d’acqua.
Il rubinetto non perde più, la rondella tiene. Il dado cromato fa il suo dovere, anche se nessuno lo vedrà mai. Sono certo che se non fosse stato cromato non avrebbe resistito nel buio del lavabo, avrebbe ceduto.
Ne sono certo.
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