Fab Van Alt, il celebre scrittore olandese è venuto in Italia per presentare la traduzione italiana del suo terzo romanzo “Disgrazia e disappunto” e io, scansando il poderoso apparato di sicurezza che lo imprigiona, l’ho intervistato.
Maestro, che cosa rappresenta per lei la scrittura?
Un modo per attaccare discorso con le femmine e di mangiare gratis quando mi invitano come ospite alle presentazioni di libri.
Nient’altro?
Perché, oltre le femmine e il cibo c’è qualcos’altro?
Nei suoi romanzi scandaglia l’animo umano mettendo in luce il marcio che si cela in ognuno di noi. Da dove giunge tanta profondità di pensiero?
Mi drogo.
Lei è un artista ‘maledetto’. Questa definizione le piace?
È la realtà. Sono maledetto continuamente dalle mie ex mogli e da coloro che mi stanno intorno, soprattutto quando sono a tavola perché trovano i miei capelli nei piatti.
I suoi capelli. Che rapporto ha con essi?
Li curo moltissimo, uso prodotti di ogni genere per mantenerli perché piacciono molto alle femmine.
Quando tornerà in Italia?
Quando mi inviteranno a mangiare gratis o dovrò vedere qualche femmina.
C’è chi dice che lei in realtà è Fabrizio Altieri ma che bevendo una pozione da lei stesso creata si trasforma in Fab Van Alt e tira fuori il peggio del suo animo e quindi vende moltissimi libri, a differenza dell’Altieri.
Non conosco questo Maurizio Alfieri e non bevo nessuna pozione, sono tutte invenzioni del mio agente per vendere più libri.
Se ne va velocemente circondato dai bodyguard, ma mentre si allontana mi pare di vedere che i suoi capelli si restringono e diventano sempre più radi. Se non fosse assurdo penserei che l’effetto della pozione sta finendo.
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