Il vecchio mi accolse nel suo bell’appartamento e mi fece sedere su una vecchia poltrona. A ben vedere tutto era vecchio in quella casa, però tenuto bene, come in quelle case dove una donna si occupa della casa.
Si scusò per il disordine e mi spiegò che da poco era morta sua moglie e non aveva nessuno che si occupasse della casa, per quello era tutto così…
Mi disse anche che sperava di sentire quella chiave che si infilava nella serratura della porta, ma non era più possibile, perché lei non c’era più.
Notai a destra della poltrona dove stava seduto quella bombola grigia dell’ossigeno.
Se ne accorse: “Non la veda così, non la veda come se io non potessi più uscire da questa casa, come fosse una prigione. La veda come se non ci fosse più necessità di uscire per me e questo appartamento io potessi chiamarlo ‘Mondo’ senza considerarmi pazzo”. Annuii, ma si vedeva che non gli credevo.
“Sa, quando ero giovane tutto quello che facevo era per realizzare i miei sogni”.
“Ora tutto quello che posso fare è aiutare gli altri a realizzare i loro”. Fissò un punto sul pavimento.
“Non è la stessa cosa”.
No. Non è la stessa cosa
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