il vecchio e il sogno

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Il vecchio e il sogno

Il vecchio mi accolse nel suo bell’appartamento e mi fece sedere su una vecchia poltrona. A ben vedere tutto era vecchio in quella casa, però tenuto bene, come in quelle case dove una donna si occupa della casa.

Si scusò per il disordine e mi spiegò che da poco era morta sua moglie e non aveva nessuno che si occupasse della casa, per quello era tutto così…

Mi disse anche  che sperava di sentire quella chiave che si infilava nella serratura della porta, ma non era più possibile, perché lei non c’era più.

Notai a destra della poltrona dove stava seduto quella bombola grigia dell’ossigeno.

Se  ne accorse: “Non la veda così, non la veda come se io non potessi più uscire da questa casa, come fosse una prigione. La veda come se non ci fosse più necessità di uscire per me e questo appartamento io potessi chiamarlo ‘Mondo’ senza considerarmi pazzo”. Annuii, ma si vedeva che non gli credevo.

“Sa, quando ero giovane tutto quello che facevo era per realizzare i miei sogni”.

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“Ora tutto quello che posso fare è aiutare gli altri a realizzare i loro”. Fissò un punto sul pavimento.

“Non è la stessa cosa”.

No. Non è la stessa cosa

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Commenti

4 risposte a “Il vecchio e il sogno”

  1. Avatar Dario
    Dario

    Non occorre essere vecchi per dire quelle cose. Tuttavia, penso che quando uno arriva a dire quelle cose è diventato vecchio. Sarà per questo che comincio a sentirmi vecchio.

    1. Avatar Fabrizio
      Fabrizio

      Dario, sei giovanissimo

  2. Avatar Gianluca
    Gianluca

    Il vecchio non ha scelto di restare solo. Forse non gli interessa piu’ di realizzare i suoi sogni, perche’ i suoi sogni erano pensati a due. Pero’ conosce ancora il calore dei sogni e quindi si presta per i sogni degli altri. E’ possibile regalargli almeno un cane o un gatto che gli facciano compagnia? O forse il vecchio si sente gia’ la vita piena dei sogni altrui.. al solito, bravo Fabrizio!

  3. Avatar Antonello
    Antonello

    “Non è la stessa cosa”! Lo disse Guccini al concerto con i Nomadi raccontando a tanti come gli “americani ti fregano con la lingua”. E forse pure il vecchio se fosse raccontato in americano; che poi è come dire con quelle platealità rincretinentistrappalcrimefintosentimento della Tv o di certi libri, sai che pathos farebbe.

    A me invece piace questo di vecchio, stilizzato con la precisione di un ingegnere con il dono di scrivere cose semplici così come il cuore gli dice !
    Antonello

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